«Due dosi a tre settimane di distanza»- Corriere.it

«Due dosi a tre settimane di distanza»- Corriere.it

«Due dosi a tre settimane di distanza»- Corriere.it


di Margherita De Bac

Il vaccino anti Covid pediatrico sarà disponibile prima di Natale. Locatelli: «I bambini vanno immunizzati per tutelare la loro salute». E sulla variante Omicron: «Ancora non è chiaro se può provocare una malattia più grave»

«Rapida nella diffusione, ma non sappiamo se capace di provocare malattia grave. Il vaccino, ora più che mai, resta fondamentale unito all’uso di mascherina». Non minimizza l’allarme Franco Locatelli, coordinatore del comitato tecnico scientifico, sulla variante Omicron che «ha un elevato numero di mutazioni (oltre 30), identificata per la prima volta in Botswana all’inizio di novembre e poi trovata in tutti e 77 i campioni analizzati dalla provincia Gauteng del Sudafrica tra il 12 e il 20 novembre».

Dati che lei cita a riprova dell’elevata rapidità di diffusione di questo ceppo. E’ anche più aggressivo?
«Non è chiaro ad oggi se avrà maggior capacità di provocare malattia grave. Ma l’attenzione deve essere mantenuta al livello più elevato e bene ha fatto per primo il Ministro Speranza, seguito poi dagli altri Ministri UE, a interrompere tempestivamente accessi e voli dagli 8 Paesi che ne sono stati investiti».

Può sfuggire ai vaccini?
«E’ la domanda decisivo. La presenza di mutazioni nelle regioni della proteina Spike riconosciuta dagli anticorpi o dalle cellule T linfocitarie, potenzialmente potrebbe ridurre parzialmente l’efficacia dei vaccini. Tuttavia, solo ulteriori valutazioni ci daranno una risposta fondata sull’evidenza».

Quindi ora più di prima fare attenzione.
«Certo, vaccini e attenzione. La situazione più favorevole dell’Italia rispetto a quella della pressoché totalità degli altri Paesi europei è dovuta alla larga percentuale di soggetti completamente immunizzati. Nella fascia d’età a minor rischio cioè quella tra i 12 e i 59 anni, nell’ultimo mese, 23 dei quasi 46 milioni di vaccinati sono stati ricoverati in terapia intensiva a fronte di 179 dei 6.5 milioni di non vaccinati. Anche le misure non farmacologiche di prevenzione hanno dato un contributo importante: aver mantenuto l’uso delle mascherine nei locali chiusi, così come in tutte le situazioni in cui all’aperto si possono creare assembramenti».

Mezzi pubblici, situazioni a rischio?

«In metro e autobus, dove l’affollamento è maggiore, usare dispositivi di tipo FFP2».

Il COVID è una malattia pediatrica?

«I numeri che oggi abbiamo a disposizione ci indicano che un po’
più del 25% dei contagi si verificano in età pediatrica e metà di essi in un range compresa tra i 6 e gli 11 anni,
dove, in assoluto, si osserva l’incremento più elevato nell’incidenza a 7 giorni. A differenza di fasce d’età maggiori, tra i 5 e gli 11 anni non sono ancora iniziate le vaccinazioni. Inoltre, la maggior trasmissibilità della variante delta può aver contribuito. Il Covid è diventata una malattia pediatrica nel senso che l’infezione può svilupparsi anche nei bambini in forma grave, anche sotto forma di sindrome multi-infiammatoria sistemica, o prolungata, con qualche raro caso di evento fatale».

E’ illusorio pensare che i piccoli non abbiano urgenza del vaccino perché non si ammalano?

«Ai bambini deve essere offerta l’immunizzazione per tutelare la loro salute, per favorire la loro frequenza scolastica e per tutelare le attività sociali, ludiche e ricreative, la cui deprivazione ha un impatto negativo sullo sviluppo. I vaccini pediatrici saranno disponibili qualche giorno prima di Natale e e si procederà con un dosaggio che è pari a un terzo rispetto a quello degli adulti somministrando due dosi a distanza di 3 settimane l’una dall’altra»

Vaccinarli può servire a ridurre la circolazione virale nella gente generale?

«Vi sono modelli diffusi dell’ECDC (centro europeo controllo malattie infettive)che stimano come l’immunizzazione in un range d’età 5-11 anni possa portare a una riduzione dell’indice di riproduzione Rt pari all’11%, un valore analogo a quello associato all’adozione di alcuni interventi non farmacologici. Ma, ripeto, la ragione vera per vaccinarli è la tutela della salute globalmente intesa dei bambini».

L’accelerazione del governo sulla stretta delle misure denota la volontà di anticipare che l’ondata ci travolga. Basterà?

«Le decisioni adottate dal Governo sono certamente di straordinaria utilità per mantenere la posizione di vantaggio che l’Italia ha rispetto ad altre realtà e, personalmente, sono convinto che ne vedremo presto i benefici. Il momento è delicato e l’invito, ancora una volta, è per chi non si è mai vaccinato, di non avere indugi e per chi, invece, vaccinato lo è già a procedere con la dose booster. Priorità nei centri vaccinali a fragili per ragioni anagrafiche o per malattie concomitanti».

Serve un’ulteriore stretta sui test come requisito del green pass?

«I limiti dei test antigenici li conosciamo. Hanno una ridotta sensibilità, stimabile nell’ordine del 30%, particolarmente evidente in presenza di carica virale limitata. La decisione di mantenere inalterati i tempi di validità dei risultati con test antigenici e molecolari è coerente con l’attuale scenario epidemiologico italiano, ma potrà, eventualmente, essere rivista qualora la situazione dovesse peggiorare».

28 novembre 2021 (modifica il 28 novembre 2021 | 07:15)



Source link

Margherita De Bac , 2021-11-28 06:16:15
www.corriere.it

Previous Variante Omicron, Sileri: «Che arrivasse in Italia era solo questione di tempo. Più restrizioni sui viaggi». L’ipotesi del doppio tampone

Leave Your Comment